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Flannels
store concept

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Nome progetto
Flannels store concept

Luogo
Oxford St, Londra

Cliente
Flannels

Anno
2017-2019

Dimensioni
1.700 mq

Crediti
Ermanno Previdi
Filippo Della Lucia (project leader)
Beatrice Benatti
Giovanni Benetti
Carlotta Gambaro
Luca Vismara

Riccardo Previdi, artista

Foto
Theo Tzia
Joas Souza

La nuova immagine dei negozi di FLANNELS nasce dall’incontro delle visioni dell’artista italiano Riccardo Previdi e dello studio pconp, in un’ottica di rottura rispetto al passato, a ciò che fino a quel momento era stato fatto.

Se i precedenti negozi erano sobri e funzionali e la merce disposta come in un grande magazzino – a scapito delle specificità degli articoli e dei brand –, il nuovo concept store propone un ambiente fatto di ambienti, una specie di grande bazar, in cui gli articoli sono suddivisi più per spirito, natura, storia – e quindi anche per brand –, che per tipologia, fascia di età o genere. L’idea è quella di sviluppare una dinamica più fluida rispetto ai negozi tradizionali, crando un ambiente che stia a metà strada tra un vintage shop e una wunderkammer, sul modello di quello che, negli anni ’80 aveva fatto Elio Fiorucci, invitando l’artista Keith Haring a intervenire sulle pareti del suo spazio milanese.

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La storia che abbiamo voluto raccontare parte da un’idea del lusso che è maturata negli ultimi anni. Un’idea che si allontana da ciò che è “giusto“ o “stilisticamente corretto“, mescolando immaginari lontani con apparente noncuranza. L’antico e il pre-moderno si accostano al contemporaneo, lo streetwear si ibrida con la haute couture, il linguaggio pop si sovrappone a quello colto: “un frullato di bello”, come ama dire l'ex direttore artistico di Gucci, Alessandro Michele.

È pensando a questa idea di bello che abbiamo rivolto la nostra attenzione alla pittura di Odillon Redon e all’eleganza esotica e preziosa della pittura simbolista. Un’estetica nata in un periodo per tanti versi simile a quello che stiamo attraversando, in cui lo scambio tra diverse culture era agevolato dai sempre maggiori contatti commerciali con l’oriente, le Americhe e l’Africa.

Dal simbolismo arriva la palette dei colori: l’oro, il turchese e l’arancione, presenti nelle loro sfumature, perché il tutto non si riduca ad un esercizio di stile grafico. Dello stesso mondo più in generale, prendiamo la cura per i dettagli, l’esotismo, il culto per l’antico, le decorazioni floreali.

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Ma per fare un negozio non si possono guardare solo la moda e l’arte, bisogna essere in grado di trasformare queste suggestioni in ambienti, in forme che svolgano anche e soprattutto una funzione pratica. Per l’arredo del negozio abbiamo guardato con attenzione gli interventi dell’artista francese Dominique Gonzalez Foerster per i negozi di Balenciaga – la disinvoltura con cui vengono utilizzati i materiali e i patter decorativi – ma anche lo spirito eclettico di Mongiardino nella composizion dei suoi arredi –l’effetto wunderkammer, la qualità intrinseca degli oggetti scelti–. Il nostro concept vuole essere più libero, meno legato all’estetica del 900, alle geometrie del modernismo.

Il ready-made si sostituisce al site-specific. Così oltre ai pattern floreali e geometrici ci sono delle incursioni di materiali presi dal paesaggio urbano. Oltre agli espositori che guardano ad oriente, con le loro strutture massicce in acciaio tropicalizzato –una finitura che conferisce una doratura con dei riverberi iridescenti–, si affiancano una serie di pezzi d’arredo, per lo più cinesi. Pezzi unici di antiquariato ma anche contemporanei realizzati seguendo la tradizione. Armadi, tavoli, sedie e divani costellano il negozio generando un ambiente accogliente e speciale, in cui il contemporaneo e l’antico si incontrano sulla trama di una storia ancora tutta da scrivere. Una storia a cavallo tra la Maria Antonietta di Sofia Coppola e Blade Runner.

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